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Titolo: La Madonna dona un garofano a Maria Manca

Autore: Anonimo

Datazione: sec. XVIII (prima metà)

Ubicazione: Parete sinistra, fornice

Dimensioni: cm. 180 c. x 272 c.



Da catalogare nelle opere dedicate alla pia donna, l’episodio narrato nella lunetta sintetizza l’evento dell’apparizione della Madonna a Maria Manca.

La scena è rappresentata, come racconta la storia, in un paesaggio campestre; un uliveto situato poco distante dal casale di Torchiarolo, di cui si intravede sulla destra la piccola cappella allora esistente e, poco distante, la presenza di figure che da lontano sembrano assistere alla scena.

L’anonimo autore del dipinto forza la narrazione della storia ricorrendo alla duplice e coeva narrazione del medesimo evento.

Infatti, a sinistra del quadro è raffigurata Maria Manca con una cesta di vimini, in procinto di attendere alle fatiche della terra, mentre alle sue spalle le appare la Vergine nell’atto di consegnarle il garofano.

Nella scena, quasi del tutto illeggibile, a causa delle cattive condizioni del dipinto, è raffigurato in ardenti fiamme il diavolo, con le braccia aperte e le ali spiegate quasi a ribadire la sua presenza. Il maligno, raffigurato con tutti i suoi orrendi attributi, esprime la condizione di indemoniata in cui la pia donna si trova da lungo tempo. La narrazione procede, al centro del dipinto, con l’atto della consegna. Qui l’artista ribalta la posizione delle figure rappresentando a sinistra Maria Manca nell’atto ufficiale di ricevere in mano l’odoroso garofano e a destra la Madonna; quest’ultima peraltro rappresentata vestita d’una gentil gonna di color turchino, con le braccia succinte, ed a l’incolta, ed i capelli crespi a fila d’oro.

 

Stato di conservazione a cura di F. Marzano:


Il dipinto si presenta in cattive condizioni di conservazione.

Oltre alle estese ridipinture ad olio che, ossidatesi ed alteratesi nel corso del tempo, hanno provocato un eccessivo inscurimento dei colori bruni facendo così emergere eccessivamente i chiari, la pellicola pittorica dell’opera risulta ricoperta da una patina giallastra e opaca che vela e offusca il dipinto, appiattendo i volumi e nascondendone alcuni particolari. (Fig.8)

La parte superiore del dipinto, inoltre, è interessata da una estesa macchia di umidità, ed in più punti il colore appare dilavato e consunto, oltre che impoverito di legante e distaccato dal supporto in tela. Ciò, probabilmente, a causa d’infiltrazioni d’acqua piovana dal retro del dipinto con conseguente formazione di muffe e funghi al di sotto dei quali non sembra sia rimasto molto del colore originale.

La pellicola pittorica presenta delle craquelures diffuse e numerose lacune di colore.


OFFUSCAMENTO

Nelle fonti sul restauro il lemma indica la tonalità scura acquisita dai dipinti a olio per sovrapposizione di ritocchi e soprattutto di vernici sulla superficie cromatica. A questo tipo di degrado si cercava di riparare fino al XVII secolo con lavaggi, lavature, lavacri, nettature, un insieme di termini con cui si alludeva alla pulitura.