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Titolo: L’Assunzione di Maria

Autore: Servo di Dio Ingrosso

Datazione: sec. XVIII (1740-1749)

Ubicazione: Altare dell’Assunzione, secondo a destra

Dimensioni: cm. 390 c. x 252 c.


L’anima mia magnifica il Signore, e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Luca 1. 46-48


Il dipinto rappresenta l’Assunzione in cielo di Maria. Lo schema pittorico si articola su due registri sovrapposti che corrispondono, rispettivamente, al Cielo e alla Terra, lo Spirito e la Materia, in un crescendo che dal mondo terreno, agitato dalle passioni del peccato, ci conduce idealmente alla perfezione e alla gloria celeste. Le due parti sono tuttavia strettamente connesse, in quanto la presenza di un punto di convergenza nell’azione dei personaggi della scena dell’ordine inferiore, ottenuto dalla gestualità e dagli sguardi, riconduce l’attenzione dello spettatore all’evento cruciale dell’assunzione in cielo di Maria.

Infatti, in un grande e svolazzante mantello, adagiata su una vaporosa nube che occupa buona parte del dipinto, attorniata da puttini che sembra la sorreggano in volo, è raffigurata la Vergine Maria, la cui serenità del dolce volto pare voglia testimoniare la sua definitiva beatificazione. La mano sinistra al petto e la destra protesa in alto sottolineano oltremodo la tensione ascendente dell’intera figura.

In basso, nella quasi totale assenza di paesaggio, intorno ad un enorme sepolcro vuoto, sul quale sono sparsi dei gigli e delle rose, sono raffigurati gli Apostoli, la cui concitata gestualità di alcuni fa da contrappunto allo sguardo rivolto in alto di tutti; tranne uno, colto in deliquio, sul bordo del monumento funebre.

In primo piano, a sinistra, quasi inginocchiato, è riconoscibile, dalle chiavi seminascoste dal voluminoso mantello, l’apostolo Pietro con le mani giunte e lo sguardo rivolto alla Vergine. Di spalle, San Giovanni, raffigurato barbuto, nell’atto di avvicinarsi alla tomba con la mano destra protesa al cielo.

L’intero impianto compositivo della scena, dominato dalla forte caratterizzazione dei personaggi, concorre a rendere con estremo realismo il senso di sgomento che questi uomini semplici provano dinanzi al soprannaturale avvenimento.

 

 


Stato di conservazione:

L’opera si presenta in cattivo stato di conservazione.

Il supporto di tela, tre veli di canapa a media filatura, appare sfibrato e allentato sul telaio.

Il film pittorico appare particolarmente inaridito, forse a causa del deterioramento del legante dei pigmenti; ciò ha provocato la perdita della sua originale adesione al supporto, con la formazione di sollevamenti e distacchi di colore con conseguenti numerose lacune diffuse su tutta la superficie.

Sulla superficie pittorica si può notare una diffusa craquelure, che diventa più rilevante in corrispondenza delle vaste zone di colore ridipinto. Evidenti sono anche i segni dell’impressione delle assi del telaio ligneo sottostante e delle cuciture dei veli di tela che attraversano verticalmente il dipinto. (Fig.6)

Una vernice ingiallita, uno strato di sporco ed estesi ritocchi alterano i colori originali dell’opera appiattendo le profondità della composizione.

Su tutta la superficie sono riscontrabili rattoppi in tela apposti direttamente sul colore originale; alcuni di questi staccatisi, hanno asportato il colore originale dell’opera.



PIGMENTO

Materia colorata, opaca, insolubile in acqua e nei principali leganti impiegati nella tecnica della pittura (oli, tempere ecc.). Si presenta generalmente sotto forma di polvere fine o molto fine. I pigmenti possono essere ottenuti per sintesi, come la biacca (carbonato basico di piombo) e sali di acidi organici o direttamente da minerali. In genere sono caratterizzati da buon potere coprente, consistenza, stabilità alla luce, al calore, agli agenti chimici, all’umidità, alla calce presente negli intonaci ecc. Per la loro stabilità hanno da sempre impiego in tutte le tecniche pittoriche.