Titolo: La
presentazione di Maria al Tempio
Autore: Anonimo
Datazione: sec.
XVII (secondo quarto)
Ubicazione: Altare
della Presentazione, terzo
a destra
Dimensioni: cm.
400 c. x 260 c.
Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché
chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli,
questi è per me fratello, sorella e madre.
Matteo 12. 49-50
All’interno della fastosa architettura del tempio, il
cui spazio è appena rischiarato dalla luce fioca di una
piccola lampada che pende al centro del dipinto, si svolge
l’episodio, raccontato nel libro degli Apòcrifi, della
Presentazione di Maria bambina ai sacerdoti del tempio.
L'intera composizione pittorica, movimentata da un
numero piuttosto cospicuo di persone, è dominata dalla
monumentalità delle tre figure schierate in primo piano.
Infatti, le decise volumetrie dei tre personaggi sembrerebbero
stabilire una precisa gerarchia di valori.
Al centro del dipinto, poco più in alto,
troneggia la figura del sommo sacerdote in ricchi abiti da cerimonia,
con le braccia aperte in atto di accoglienza, il capo appena
inclinato, il volto austero e lo sguardo rivolto verso Maria bambina.
A sinistra, disposti diagonalmente, avvolti in lunghi mantelli che ne
individuano precisamente i volumi, due dottori della chiesa sembrano
commentare l’episodio. Alle loro spalle altri personaggi assistono
alla scena carica di un intenso patetismo.
Nella parte destra del dipinto, delimitata idealmente
dalla figura della giovane donna che regge un cero acceso, è
raffigurata Maria bambina, in ginocchio, con le mani rivolte al seno
e con lo sguardo rivolto verso l’imponente figura del sacerdote.
Alle sue spalle sono ritratti Anna e Gioacchino, anch’essi
prostrati in atto di riverenza.
L’ equilibrio della composizione è ottenuto
grazie alle due figure femminili, raffigurate di scorcio, che
assistono commosse alla scena.
Al sommo della rappresentazione, in uno sfavillio di
luce, una bianca colomba in volo incarna la presenza dello Spirito
Santo; tutt’intorno, un tripudio di angioletti festanti lascia
cadere sulla scena rose e gigli bianchi simboli di carità e
purezza.
Stato di
conservazione a cura di F. Marzano:
L’opera presenta
numerose problematiche inerenti il restauro dei dipinti ad olio su
tela.
Il
supporto in tela si presenta notevolmente sfibrato e consunto. Il suo
stesso peso e il distacco parziale dai bordi del telaio hanno
provocato nel tempo allentamenti ed imborsature
della tela. La piegatura più vistosa è quella che, dal
centro della centina si estende fino a metà del lato destro
dell’opera, all’interno della quale sono depositati strati di
polvere e sporco organico habitat naturale di microrganismi dannosi,
inevitabilmente attratti sia dal supporto-tela che dalle proteine
presenti nelle colle animali spesso utilizzate sulle tele originali
e negli strati preparatori dei dipinti. (Fig.4)
Nella fascia
inferiore dell’opera, l’incuria umana e una naturale consunzione
della tela hanno provocato una serie di lacerazioni, strappi e buchi,
con una conseguente estesa perdita di pellicola pittorica. (Fig.5)
Il dipinto ha subito
nel corso degli anni più di un restauro, di cui si notano
diverse tracce. Ad esempio sono riscontrabili due tipologie diverse
di toppe: un tipo in tela, posto direttamente sulla pellicola
pittorica originale, ricoperto da stucco e colore ad olio; un
secondo, posto dal retro utilizzando semplicemente dei pezzi di carta
dipinti.
Su tutta la
superficie si nota una diffusa craquelure e distacchi sia della
preparazione che della pellicola pittorica.
Tra i dipinti
presenti è quello in peggiori condizioni.
IMBORSATURA
Tipica
forma di degrado della tela che in un ambiente eccessivamente secco
tende ad allungarsi e a perdere tensione, con la conseguente
formazione di sacche di allentamento (borse), visibili soprattutto
nei quadri di grande dimensione.
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