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Titolo: Immacolata Concezione

Autore: Anonimo

Datazione: sec. XVII (secondo quarto)

Ubicazione: Altare dell’ Immacolata, terzo a sinistra

Dimensioni: cm. 370 c. x 245 c.



Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle.

Apocalisse 12.1


Nel dipinto, l’Immacolata è rappresentata al centro della composizione, mentre discende dal cielo come una Maestà vestita di sole. In posizione eretta, in un alone di luce, su un corno di luna d’argento. Il capo appena inclinato, incorniciato dai lunghi dorati capelli adorni di un diadema d’oro, contornato da dodici stelle, simbolo del popolo di Dio; lo sguardo rivolto in alto. Indossa una tunica di colore rosso, simbolo di fede e amore, e un mantello blu, simbolo di verità celeste, che l’avvolge quasi per intero; con la mano destra rivolta al cuore e la sinistra tesa. Ai suoi piedi su una rarefatta nuvola, partecipi della solenne presenza, due sorridenti cherubini reggono un ramoscello di rose e un rametto di viole mammole, rispettivamente simboli di carità e umiltà.

Più in basso, l’immonda bestia, simbolo del male, schiacciata e trafitta da una punta di lancia.

In alto, quasi contrapponendosi alla pacata immobilità della Vergine, assisi su delle nuvolette, un tripudio di angeli musici suonano e cantano le sue lodi; al centro, una colomba in volo incarna la presenza dello Spirito Santo e, lungo i lati, a concludere lo svolgersi della narrazione, in successione, due fitte schiere di angeli le fanno da cornice; alcuni di loro rappresentati a figura intera e tutti reggenti i simboli delle Litanie (Arma Virginis).

In basso a sinistra, in primo piano, S. Antonio da Padova e a destra S. Nicola vescovo, anch’essi con lo sguardo rivolto in alto alla sommità della composizione, dove è rappresentato il Padre Eterno nella gloria dei cieli.

 

 

Stato di conservazione a cura di F. Marzano:


Il dipinto è quello, fra tutti in migliori condizioni.

La tela, formata da tre veli di canapa con cuciture verticali, a causa dell’umidità, delle escursioni termiche e di una naturale ossidazione della fibra si è allentata sul vecchio telaio ligneo. Il considerevole peso della stessa, e probabilmente alcuni interventi effettuati con sostanze diverse apposte sul dipinto, ha causato il cedimento delle cuciture che in alcuni punti si sono allentate. (Fig.3)

La pellicola pittorica presenta numerose lacune di colore e lacerazioni della tela, alcune delle quali, come quella in alto a destra in corrispondenza dell’angelo con la viola da gamba e a sinistra, in corrispondenza dell’angelo che regge lo specchio (speculum sine macula), appaiono causate meccanicamente, probabilmente dall’incuria e dalla disattenzione umana.

Alcune ondulazioni della tela hanno determinato il formarsi, alla base del dipinto, di alcune piccole sacche, nelle quali si sono accumulati depositi di polvere e residui organici, ambiente favorevole alla proliferazione di parassiti ed insetti.

Come tutte le tele collocate in questa chiesa, il dipinto presenta tracce di precedenti interventi di restauro: evidenti sono le ridipinture che anche in questo caso ricoprono, in più punti, il colore originale dell’opera.


FIBRA

Prodotto di origine naturale, artificiale o sintetica che, mediante la filatura e tessitura può essere trasformato in filato e quindi in tessuto. Per quanto concerne l’ambito artistico, se ne ricavano tele per la pittura, arazzi, stendardi, paramenti e tappeti. Fra le fibre naturali si annoverano quelle vegetali (cotone, lino, canapa) composte da polimeri cellulosici, animali (lana e seta), polimeri proteici e minerali (oro, argento, rame) che non sono propriamente fibre, ma essendo trasformabili in strette lamine avvolgibili a spirale sui filati, si possono utilizzare come materiali tessili specie nella lavorazione degli arazzi.